Tanti auguri ad un gigante dello spettacolo italiano: Roberto Benigni, 69 anni oggi. Un compleanno speciale, perché fresco del Leone d’oro alla carriera. Parlare di Benigni è impresa ardua, vuoi per la significativa e variegata produzione alle spalle, vuoi per la grandezza del personaggio, di spessore nazionale ed internazionale; un uomo di spettacolo a 360 gradi.
Sarebbe infatti riduttivo, e gli si farebbe torto, definire Roberto Benigni semplicemente attore e regista, o relegarlo al mondo del cinema; lui che è produttore, presentatore, intrattenitore e divulgatore formidabile in TV come in teatro.
La vita è ancora più bella con due Oscar!
Certo, il successo più prestigioso di Roberto Benigni è quello degli Oscar – miglior attore e miglior film straniero con La vita è bella (1997), disponibile su Disney plus – e tutti abbiamo ancora negli occhi la Loren che sventola il cartoncino mentre grida “Roberto!” con la successiva camminata sulle poltrone del teatro.
Ma, almeno nei confini domestici, è impossibile dimenticare lo sketch con la Carrà, mentre la stringe quasi carnalmente sul pavimento dell’Ariston prima di declinare tutti i nomi della vagina e del pene, oppure le strizzate alle parti intime di Baudo.
I due capitoli della vita di Roberto Benigni
Dagli esordi ne L’altra domenica con Arbore, passando alla conduzione di Sanremo nel 1980 – che si ricorda per il famoso Woitilaccio che gli creò non pochi problemi – e ancora i suoi film, fino alla odierna divulgazione della Divina commedia e della Costituzione italiana, i prodotti di Roberto Benigni svelano la significativa cifra artistica, anche al di là del cinema.
Tassello costante di quasi tutta una vita e della carriera è la moglie Nicoletta Braschi, con la quale ottiene gran parte dei suoi successi cinematografici, spesso entrambi nelle vesti di attori e produttori: Tu mi turbi (1983), Daunbailò (Jim Jarmusch,1986), Il piccolo diavolo (1988), Jonnhy Stecchino (1991), Il mostro (1994), La vita è bella (1997), Pinocchio (2002), La tigre e la neve (2005). Un cinema, quello di Benigni, leggero e impegnato allo stesso tempo, mai fine a se stesso, profondo e mai volgare. La sua profonda passione per Pinocchio (attore e regista nel 2002 e attore nel più recente di Garrone) è lo specchio del suo amore per le storie semplici ma pregne di significati.
Forse proprio l’Oscar del 1998, ottenuto nel mezzo del cammin della sua vita – anche artistica – segna una lenta ma evidente transizione tra il Benigni clownesco, dissacrante, fustigatore della classe politica e dei vizi italici a quello più “istituzionalizzato”, garbato e “amorevole” che caratterizza la sua figura odierna.
Anche nei suoi film abbiamo un prima e dopo Oscar: Dante di Johnny Stecchino non è certo Attilio de La Tigre e la neve, come Loris de Il mostro non è Guido de La vita è bella. I primi sono uomini buoni e ingenui, travolti, quasi inconsapevolmente, dagli eventi della vita; i secondi, più consapevoli del mondo – e forse per questo caratterizzati da una vena malinconica – cercano di dominare gli eventi, ma con alterne fortune.
Roberto Benigni oggi: il Leone d’oro alla carriera
A proposito della moglie, tutti ricorderanno la meravigliosa dichiarazione d’amore rivolta alla compagna – comprese le polemiche sulle scopiazzature senza citazione – in occasione del discorso di ringraziamento a Venezia 78. Forse proprio a causa delle citate polemiche è rimasta in sordina la parte centrale del discorso, artisticamente molto significativa, in cui Roberto Benigni ha sciorinato una impressionante sfilza di nomi: da Federico Fellini a Tom Waits, da Massimo Troisi a Jim Jarmusch, da Arbore a Bertolucci passando per Cerami, Woody Allen e Garrone.
Per Benigni non poteva esserci occasione migliore del Leone d’oro alla carriera per vantare collaborazioni con questi mostri sacri dello spettacolo, la cui luce riflessa illumina ed arricchisce – e lui l’ha fatto intendere non senza una punta di sano orgoglio – la sua figura e la sua arte.
Lesa maestà? Forse no…
Infine – tra il serio (o il serissimo!) e il faceto – un gioco per gli amanti delle citazioni. Un “Non me somiglia pe’nniente” o un “Buongiorno Principessa!” possono valere un “Si puooò faree!” o un “Frau Blucher“? Astenersi tassativamente fanatici di Mel Brooks!
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