Dopo il successo planetario di Deadpool & Wolverine, è arrivato al cinema il 12 febbraio Captain America: Brave New World, il nuovo capitolo di un Marvel Cinematic Universe ancora in cerca di riconquistare il suo pubblico a seguito dei flop degli ultimi anni.
Il compito stavolta poggia sullo scudo a stelle e strisce di Captain America, e la sua importanza è duplice: è infatti il primo film stand alone con il nuovo volto del Capitano, Anthony Mackie, successore di quel Chris Evans che gli cedette lo scettro-scudo in Avengers: Endgame.
Sarà riuscito Sam Wilson a riempire l’ingombrante vuoto di Steve Rogers?
Cospirazioni, nuovi e vecchi volti in Captain America: Brave New World

Sam Wilson, ex Falcon, è ora il nuovo Captain America a tutti gli effetti, a seguito degli eventi di The Falcon & The Winter Soldier. Dopo aver sventato un misterioso traffico comandato da Sidewinder (Giancarlo Esposito), Wilson viene convocato dal neo eletto Presidente degli Stati Uniti, l’ex generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (Harrison Ford, in sostituzione del compianto William Hurt) al fine di reintegrare Captain America nell’esercito statunitense e riformare gli Avengers. Memore dei difficili trascorsi avuti con Ross, Wilson prende tempo, ma si ritroverà ben presto coinvolto in un complotto che coinvolge un prezioso minerale scoperto nel Celestiale emerso nell’Oceano Indiano (dopo gli eventi accaduti in Eternals) e una vecchia conoscenza dell’MCU, che trama nell’ombra per trasformare Ross in Red Hulk.
Quella di Captain America: Brave New World è stata una produzione complicata. Inizialmente annunciato con il titolo New World Order, le riprese sono terminate più di un anno e mezzo fa, a giugno 2023, ma a seguito delle reazioni negative suscitate dalle prime proiezioni, sono state eseguiti numerosi reshoot da gennaio a giugno 2024, che hanno portato alla nascita di un altro film rispetto a quello inizialmente pianificato, cambio di titolo compreso. Gli stessi attori hanno riportato di un clima difficile sul set, con continui cambi di sceneggiatura in corsa, ennesimo fattore che si è ripercosso inevitabilmente sul risultato finale.
Captain America: Brave New World non riesce a spiccare il volo
Guardando Captain America: Brave New World non si può fare a meno di notare quanto siano evidenti i tagli e i cambi di idee durante la lavorazione. Ci sono personaggi come Sidewinder che sembrano importanti nella prima parte, che vanno a sparire nella seconda, oltre a diverse interazioni e situazioni tra personaggi che, semplicemente, lamentano una considerevole quantità di buchi di sceneggiatura. Considerate le premesse, però, il risultato poteva essere molto peggio.
Il regista Julius Onah cerca di riproporre atmosfere spy-thriller seguendo le orme di Captain America: The Winter Soldier, secondo capitolo della quadrilogia dedicata al personaggio, e spesso considerato tra i migliori film – se non il migliore – dell’MCU. Questa impresa, purtroppo, riesce solo in piccola parte.
Le atmosfere sono molto più politiche e terrene rispetto agli ultimi capitoli del franchise, ma resta un po’ di amaro in bocca perché si ha l’impressione che non vengano esplorate appieno, bensì, nella maggior parte dei casi, lasciate abbozzate senza particolari guizzi. Ciononostante, Onah confeziona un prodotto comunque godibile grazie all’azione e alle prospettive future per l’MCU che vengono qui introdotte.
Captain America: Brave New World, il peso dello scudo
Ma quindi, come se la cava questo nuovo Capitano? Anthony Mackie aveva l’ingrato compito, sia nella storia che nella realtà, di prendere sulle proprie spalle la pesante eredità di un personaggio amatissimo, nonché cardine per l’MCU, e ce la mette indubbiamente tutta. Nonostante ciò, però, sia per il suo consolidato ruolo di “spalla” nei dieci anni di presenza nell’Universo Marvel, sia per il carisma non strabordante dello stesso Mackie (la cui prova è comunque buona), Sam Wilson fa fatica a fare breccia nei cuori dei fan come nuovo Cap.
Avrà sicuramente altre opportunità per imporsi nei prossimi progetti, ma l’MCU sta volgendo ad un biennio fondamentale; tra l’esordio dei Fantastici Quattro-Gli inizi in arrivo a luglio e i due nuovi film sugli Avengers (Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars) in arrivo tra il 2026 e il 2027, la mancanza di leadership solida potrebbe pesare agli occhi del pubblico.
È più che buona, al contrario, la chimica con il nuovo Falcon, il pilota Joaquin Torres (Danny Ramirez), mentre quella del sempreverde Harrison Ford è un’aggiunta molto gradita a livello di presenza scenica, sia fisica che in CGI, anche se l’effettivo scontro tra Cap e Red Hulk si risolve troppo velocemente rispetto a quanto pubblicizzato dalla campagna marketing del film.
Captain America: Brave New World, promosso o bocciato?
Captain America: Brave New World non è quindi un brutto film, ma non fa molto più del compitino. Quello che è quasi più un sequel de L’Incredibile Hulk del 2009 – film di cui la Marvel ha volutamente quasi ignorato l’esistenza per quindici anni – aveva le potenzialità per far ripartire energicamente il nuovo corso, ma rimane più nella terra di mezzo di film ponte tra passato e futuro.
È comunque un primo, timido passo avanti rispetto al pozzo di mediocrità in cui era sprofondata la Casa delle Idee negli scorsi anni (citofonare ad Ant Man & The Wasp: Quantumania o Thor: Love & Thunder per informazioni): un buon film di intrattenimento ingabbiato da una lavorazione complicata e una trama frettolosa, che non gli permettono di andare oltre lo status di “film Marvel che vedi quella volta al cinema, e niente di più.”
Poteva andare peggio, immaginiamo?
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