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Deadpool & Wolverine: cosa ha portato la Marvel ad avere bisogno del suo Jesus

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12 minuti di lettura

Deadpool & Wolverine è appena diventato il film vietato ai minori di maggiore incasso di sempre, sfondando la barriera del miliardo a discapito del Joker di Todd Phillips. Una boccata d’ossigeno fondamentale per la Marvel, che negli ultimi anni sta visibilmente annaspando, tra flop al botteghino, un pubblico sempre più insofferente e una generale confusione organizzativa.

Sarà sufficiente per riprendersi? Analizziamo insieme le cause della crisi di un colosso che ha monopolizzato l’industria dell’intrattenimento degli ultimi quindici anni.

Un ricambio generazionale che stenta a decollare

I vecchi eroi Marvel.

Flashback ad aprile 2019. La Marvel è al suo apice: l’evento cinematografico Avengers: Endgame debutta nelle sale frantumando ogni tipo di record (oltre tre miliardi di dollari al botteghino, rivaleggiando con Avatar per la testa della classifica dei migliori incassi di sempre) e dando l’epica conclusione a un grande capitolo iniziato nel 2008 con Iron Man. Tre colonne portanti come Robert Downey Jr., Chris Evans e Scarlett Johansson dicono addio ai rispettivi personaggi: sembrerebbe il momento perfetto per chiudere in bellezza. Invece no, the show must go on. Inizia così la Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe.

Il vuoto di potere lasciato dai tre tenori, però, si avverte e non poco. Nell’MCU inizia ad aleggiare una chiara mancanza di carisma, che si ripercuote sulla percezione del pubblico: la perdita di tre grandi fan favorite non viene compensata da chi dovrebbe ereditarne lo scettro. Facce conosciute che non fanno davvero l’atteso salto di qualità: uno Spider-Man costantemente imbrigliato nella diatriba con Sony, Doctor Strange limitato a due sole apparizioni, Thor e Hulk ridotti a macchiette, Captain Marvel che non ha mai davvero fatto breccia nei cuori dei fan.

Chi avrebbe avuto le potenzialità è stato fermato dalla mala sorte (il Black Panther del compianto Chadwick Boseman), mentre le nuove leve non si sono dimostrate all’altezza del compito o sono state sfruttate nella maniera sbagliata (Shang-Chi, gli Eterni).

Nuovi volti Marvel

Anche il processo di graduale introduzione delle nuove versioni giovani dei diversi eroi non sta convincendo appieno, con personaggi come Shuri, Cassie Lang, America Chavez e Ironheart che non hanno grande appeal presso il pubblico, per scarso interesse o per scrittura lacunosa e debole.

Stesso discorso sul fronte villain. La minaccia di Thanos era stata costruita gradualmente nelle prime tre fasi, e il tentativo di replicarlo con Kang non stava convincendo appieno già prima che le vicende giudiziarie di Jonathan Majors lo portassero a venire licenziato dai Marvel Studios.

Un Multiverso disordinato e sconnesso

Multiverso Marvel

Dopo una conclusione roboante come quella della Saga dell’Infinito, i Marvel Studios hanno deciso di alzare la posta inaugurando la Saga del Multiverso: un progetto ambizioso e vastissimo, che per funzionare ha bisogno però di un’attenzione al millimetro e di una guida chiara e definita. Attenzione che la Casa delle Idee ha gradualmente allentato, non stabilendo regole chiare e definite per il “funzionamento” di questo nuovo dispositivo narrativo, bensì spesso contraddicendosi tra un prodotto e l’altro (spesso anche a causa di reparti creativi che non interagivano tra di loro).

L’avvento della piattaforma Disney+ ha accentuato questo processo. L’universo Marvel si è espanso definitivamente anche sul piccolo schermo, inserendo le nuove serie TV nella propria continuity e mettendo da parte quelle precedenti, come Agents of Shield, Daredevil e il ciclo sui Defenders. Lo sbarco nello streaming si è rivelato però un’arma a doppio taglio, poiché, se da un lato ha permesso di dare spazio anche a personaggi che non ne avrebbero trovato sul grande schermo (ad esempio Moon Knight e She-Hulk), dall’altro pochi prodotti sono stati veramente all’altezza delle aspettative.

Nuovi volti Marvel

Se escludiamo Loki e forse WandaVision, infatti, le serie Marvel Studios oscillano tra il dimenticabile (Ms. Marvel, Falcon and Winter Soldier) e il mediocre (Secret Invasion, She-Hulk), risultando spesso più come dei film mancati, diluiti in sei episodi, che contribuiscono all’idea di frammentazione generale e in alcuni casi aumentano la confusione nel pubblico rispetto al funzionamento del Multiverso. Quest’ultimo continua a cambiare le proprie stesse regole di prodotto in prodotto, tra il piccolo e il grande schermo, rischiando di trasformarsi in una scusa per giustificare incoerenze narrative.
Al momento, nel Multiverso Marvel sono svariate le storyline ancora aperte, ed è improbabile che riceveranno tutte la giusta chiusura.

La Marvel deve ritrovare la scintilla

Da Iron Man (2008)

Più di tutto, però, più del Multiverso e dei volti nuovi, senza perdersi nella crociata contro la fantomatica politica woke, è evidente come, banalmente, ci sia stato un importante calo di qualità nei prodotti Marvel. Dalla nascita dell’MCU nel 2008 non si è mai parlato di capolavori, certamente, ma il suo successo si deve anche all’aver saputo creare prodotti d’intrattenimento efficaci e godibili per tutte le età, bilanciando (almeno inizialmente) tanto umorismo con altrettanto pathos.

Post-Endgame (e già nello stesso film se ne possono notare le avvisaglie: la sua forza è sicuramente più il carico emotivo) l’ago della bilancia ha iniziato a pendere sempre più verso la famigerata linea comica a tutti i costi, infarcendo le pellicole di gag che finiscono per rovinare anche i momenti più importanti. Rivedere oggi il primo Iron Man, per dirne uno, dopo un Thor: Love & Thunder, fa scaturire un confronto impietoso.

In un certo senso, la Marvel ha lasciato indietro il rispetto per il proprio pubblico, iniziando a proporre pellicole sempre più simili una all’altra e prive di una vera identità, semplici tasselli di un mosaico che fungono unicamente come collegamento per il quadro generale, come se l’unica parte degna di nota diventasse la scena post-credits. Il processo si può far risalire addirittura al primo Guardiani della Galassia (2014): una volta compresa la formula vincente, la Casa delle Idee ha cercato di riproporla progressivamente sempre più anche in altri film, non comprendendo però che il pubblico cerca varietà ed emozioni, e non lo stesso prodotto con nomi diversi.

Thor: Love and Thunder

L’attuale situazione è dovuta anche alla mancanza di una vera concorrenza. Tra la DC che per un decennio è affondata nella propria disorganizzazione e l’universo Sony di Spider-Man che ha inanellato un flop dietro l’altro, la Marvel ha avuto modo di monopolizzare il mercato dei cinecomics e di adagiarsi sugli allori di un pubblico ormai fidelizzato. Ma tutto raggiunge un punto di saturazione: sommando anche l’onnipresenza del marchio tra cinema e televisione – che ha fatto perdere la qualifica di evento ai prodotti -, è iniziata la parabola discendente, con proposte estremamente mediocri come il già citato Love & Thunder e Ant-Man & The Wasp: Quantumania, fino al fallimento di The Marvels a novembre 2023.

E ora? Le prospettive in casa Marvel

Non è certamente tutto da buttare. In un momento complicatissimo per le sale come il post-Covid, i film Marvel erano tra i pochi ad attirare pubblico, permettendo quasi da soli di restare aperti a molti cinema.
È innegabile come, inoltre, da film come Spider-Man: No Way Home allo stesso Deadpool & Wolverine, abbiamo avuto momenti emozionanti che hanno permesso di rivedere personaggi amatissimi. Per quanto, anche qui, sia una soluzione quasi d’emergenza della Marvel nel richiamare la propria vecchia guardia nel momento più difficile, da Tobey Maguire, passando per Patrick Stewart, al sempiterno Hugh Jackman, generando quella che è ormai una corsa al cameo, fino al re-casting di Robert Downey Jr. per il Dottor Destino.

Spider-Man: No Way Home

Infine, abbiamo assistito anche a passaggi di consegne importanti, come l’emozionato saluto ai Guardiani della Galassia, la definitiva “promozione” di Sam Wilson a Captain America, e il compimento del percorso di redenzione di Loki, oltre a novità interessanti come il mediometraggio Licantropus. A livello organizzativo, il buon Kevin Feige sembra aver preso coscienza di come la formula Marvel non sia più infallibile, e di dover rallentare la produzione per concentrarsi sulla qualità (anche tecnica: il livello degli effetti speciali è crollato negli ultimi anni, a causa delle pessime condizioni di lavoro denunciate dai VFX artists), a maggior ragione in vista dell’esordio del nuovo DC Universe di James Gunn il prossimo anno con Superman: Legacy.

Guardiani della Galassia vol. 3

Si è parlato spesso, di recente, di come forse il pubblico si sia stancato dei cinecomic, grazie anche al successo di prodotti che decostruiscono il genere, come The Boys e Invincible. Quella dei film di supereroi è una tendenza che come tutte andrà a scemare, come fu per gli spaghetti western: forse, però, al momento gli spettatori sono solamente stanchi di pagare (e non poco) per visioni non all’altezza. L’avventura di Wade Wilson e Logan ha avuto incassi strepitosi, tenendo a galla la Casa delle Idee, com’era però prevedibile: considerando i nomi in gioco, il successo era scritto.

Il vero banco di prova per i Marvel Studios sarà il 2025, quando toccherà a Captain America: Brave New World e, soprattutto, al tanto atteso esordio dei Fantastici Quattro, che potrebbero andare a riempire quel vuoto di cui sopra. In concomitanza con il debutto del nuovo Superman, con un occhio ai prossimi due film degli Avengers (2026-27) avremo modo di scoprire se la Marvel saprà rinascere dalle difficoltà o se assisteremo al definitivo cambio al vertice.


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Classe 2000, marchigiano ma studio Comunicazione all'Università di Padova. Mi piacciono la pallacanestro, i cani e tanto tanto cinema. Oh, e casomai non ci rivedessimo, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!

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