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Ruby Gillman, il kraken che fa acqua da tutte le parti

10 minuti di lettura

Ruby Gillman, una timida e gentile kraken adolescente, deve affrontare una malvagia sirena degli abissi per poter salvare il mondo. Vediamo se l’ultimissima pellicola di casa DreamWorks, in sala dal 5 luglio, che promette di stravolgere la credenza comune sui kraken e le sirene, è un prodotto che vale la pena di essere visto.

Ruby Gillman, una vita da kraken

ruby gillman la ragazza con i tentacoli

Ruby Gillman è una normale adolescente con le paturnie tipiche della sua età: la scuola, il ballo, la cotta per un ragazzo. Abbiamo dimenticato di menzionare che è blu, con la pelle viscida e le branchie lungo il collo. È un kraken, insomma, ma sua madre gliel’ha sempre tenuto nascosto. E quando, per sbaglio, si tuffa nell’oceano e scopre la sua vera identità di gigantesca creatura acquatica, la sua vita viene stravolta. Certa di allontanare gli amici con il suo aspetto, si isola sempre di più nelle profondità oceaniche.

Lì incontra sua nonna, la madre di sua madre, che è la regina dei sette mari, e che le svela le sue origini regali. Ruby deve fare i conti con le sue responsabilità da principessa, e allo stesso tempo imparare a sfruttare i poteri da kraken che sono in lei dormienti. Proverà il suo valore quando la sua amica Chelsea si mostrerà davvero per quello che è: la regina delle sirene, Nerissa, con la quale sua madre aveva già combattuto in passato.

Il conflitto si inasprisce e Ruby deve battersi accanto alla madre e alla nonna per salvare l’oceano dalla tirannia di Nerissa. La loro vittoria implica, per Ruby, il poter tornare alla vita di prima, ma ad una versione ancora più “normale”, perché adesso tutti conoscono la sua vera identità e le vogliono bene per questo.

Ruby Gillman, un’avventura tutta al femminile

ruby gillman la ragazza con i tentacoli

Ruby Gillman, la ragazza ragazza con i tentacoli ha per protagoniste delle donne. C’è Ruby, appunto, la ragazzina riservata amante della matematica, con pochi amici e una cotta stratosferica per un suo compagno; c’è Agatha, sua madre, un’agente immobiliare di successo, instancabile e sicura di sé; e c’è infine Gran Mamà, la madre di Agatha e nonna di Ruby, monarca oceanica temeraria e sarcastica. I personaggi maschili o sono relegati allo sfondo o sono solo immensamente stupidi, come lo zio Brill, nient’altro che una macchietta fastidiosa.
È dunque a questa triade femminile che è affidata la storia, ed è da un segreto tra di loro che scatta il conflitto.

Agatha, infatti, ha sempre tenuto nascosto a Ruby la sua natura di kraken, intimandole di tenersi lontano dall’oceano, così da poterla proteggere. Già da qui emergono i primi punti discutibili: se doveva tenerla alla larga dall’oceano, perché non trasferirsi sulle rive di un lago? Del resto, come Agatha stessa rivela, l’importante per i kraken fuori dall’acqua è stare in un clima umido. Inoltre, siamo davvero sicuri che nascondere alla figlia la sua vera forma sia stata la scelta migliore? Sarebbe stato meglio istruirla e prepararla, invece che lasciarglielo scoprire in solitudine.

Quest’ultimo punto torna soltanto se leggiamo Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli come metafora della pubertà. Non sarebbe una lettura forzata, poiché il film stesso affronta l’argomento quando Ruby confessa il disagio e la paura che ha provato quando si è improvvisamente trasformata in un kraken enorme. Il padre le propina frasi come «Stai sbocciando!», «Sei come un fiore!», mentre la madre le spiega che la trasformazione riguarda soltanto le donne della famiglia. Peccato però che il discorso si dissolva così, senza un vero approfondimento che forse avrebbe dato spessore al film.

Ruby Gillman, o dell’originalità mancante

la ragazza con i tentacoli ruby gillman

I produttori del film affermano di essersi ispirati a storie cinematografiche di adolescenti incompresi, come Breakfast Club (John Hughes, 1985), Easy Girl (Will Gluck, 2010), Lady Bird (2017) e Booksmart (Olivia Wilde, 2019). Eppure, a chiunque la storia di Ruby Gillman ha ricordato diverse pellicole animate più o meno recenti: le creature acquatiche che si infiltrano nel mondo umano di Luca, i “diversi” visti come cattivi de Il Gigante di ferro, Shrek o Dragon Trainer; la pubertà femminile di Red; persino l’estetica luminosa sottomarina di certe scene sembra imitata da Oceania.

Cos’hanno in comune tutti questi film? Certamente la loro superiorità qualitativa rispetto a Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli. Siamo infatti davanti a un prodotto insignificante, di scarsa inventiva e umorismo scadente. La storia è raffazzonata sul modello di film già esistenti, non che prendere in prestito sia di per sé un’azione sbagliata, anzi. Il prestito, se sfruttato al meglio, è un onorevole omaggio. Tuttavia, se il film è solo prestiti, senza l’aggiunta di novità, che cosa resta? Uno scheletro spolpato, un piatto scondito.

Il design e l’animazione di Ruby Gillman

ruby gillman

Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli non è certo uno dei migliori prodotti DreamWorks, tanto meno sul versante dell’animazione. Per cominciare, il design dei personaggi non è all’altezza di una storia fantasy marina. I kraken, protettori degli oceani, sembrano dei grandi giocattoli di silicone, goffi e nient’affatto idrodinamici. Risaltano agli occhi soltanto per i loro colori sgargianti, ma non danno l’idea di saper dominare le onde o perlustrare gli abissi.

Per fortuna, si salva il design della sirena: nella sua forma mascherata, è una chiara parodia dell’Ariel disneyana, mentre nel suo aspetto “primordiale” si rivela essere una colossale creatura antropomorfa dalla pelle nera come la pece, rischiarata da punti colorati e bioluminescenti, con una cascata d’acqua al posto dei capelli. Le stille vaporizzate che luccicano ad ogni suo movimento sono un ottimo tocco.

Per il resto, è triste ammettere che in un film ambientato per buona parte in acqua, l’acqua sembra non esserci. L’oceano è piatto, monotono. Non ha nulla della materialità o della viscosità che suggeriva la vita e la vitalità, come in Alla ricerca di Nemo, una pellicola di vent’anni fa che vanta scenografie ben più adeguate. Se non fluttuassero, i personaggi potrebbero anche sembrare in volo.
Ricordiamo, invece, tra i punti positivi la battaglia finale, una zuffa tra titani tra onde e schizzi d’acqua che risulta in un climax piuttosto decente. 

Ruby Gillman, sì o no?

ruby gillman la ragazza con i tentacoli

A tutto quanto è stato detto in questo articolo si potrebbe obiettare: è un film per bambini, non è necessaria tanta severità. Sì, Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli è pienamente un film per bambini e preadolescenti. Ce lo suggeriscono il suo umorismo, le sue situazioni, a volte anche il suo stile di animazione.

Stiamo però pur sempre parlando della DreamWorks, che fino a non poco tempo prima era riuscita a risollevare dalla polvere della banalità un film come Il gatto con gli stivali, galvanizzandolo in un sequel straordinario, con un’animazione post-Spider-verse assolutamente superba. L’aveva fatto ancora prima con The Bad Guys, una storia meno inedita ma con dei guizzi di narrazione e di stile pregevoli.
Portate pure i vostri figli a vedere Ruby Gillman, ma non aspettatevi di divertirvi insieme a loro.


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Classe 1998, ho studiato Lingue e Letterature Straniere all’Università Statale di Milano. Ammaliata da quella tragicità che solo la letteratura russa sa toccare, ho dato il mio cuore a Dostoevskij e a Majakovskij. Viale del tramonto, La finestra sul cortile e Ritorno al futuro sono tra i miei film preferiti, ma ho anche un debole per l’animazione. A volte mi rattristo perché so che non mi basterebbero cento vite per imparare tutto ciò che vorrei.

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