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A complete unknown

A complete unknown, il ritratto perfetto di Bob Dylan

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8 minuti di lettura

Timothée Chalamet (già protagonista in Wonka e nei due capitoli di Dune e candidato agli Oscar come miglior attore) ritorna al cinema con A complete unknown, il biopic sul cantautore americano e premio Nobel per la letteratura Bob Dylan. Il film candidato ai premi Oscar e diretto da James Mangold (candidato al premio Oscar come miglior regista), è basato sulla biografia del libro Dylan goes electric! di Elijah Wald e narra l’esordio musicale del chitarrista ripercorrendo le tappe più importanti, negli anni che vanno dal 1961 al 1965, anno che segna la svolta rock nella carriera dell’artista.

Alla produzione del film ha partecipato lo stesso Bob Dylan, il quale si è incontrato più volte con il regista per realizzare la sceneggiatura. Nonostante sia uscito di recente, A complete unknown è già considerato dalla critica come uno dei migliori biopic della cinematografia mondiale.

Le origini di Bob Dylan in A complete unknown

bob dylan in a complete unknown interpretato da timothée chalamet.

La storia di A complete unknown inizia nel 1961, anno in cui Bob Dylan all’età di 19 anni si trasferisce a New York per incontrare e suonare davanti al suo idolo Woody Guthrie (Scott McNairy), che a quel tempo era afflitto da una malattia tremenda. In quell’occasione conobbe Pete Seeger (Edward Norton, candidato agli Oscar come miglior attore non protagonista) con il quale strinse un rapporto d’amicizia duraturo, anche se con alcune difficoltà causate da differenze di pensiero. Seeger fu determinante per l’inizio di Dylan, il quale pubblicherà nel 1962 l’album omonimo Bob Dylan sotto contratto con la Columbia Records.

Da qui ci furono una serie di cambiamenti importanti sia dal punto di vista musicale, sia per la sua vita personale, poiché oltre ad assumere legalmente il nome Bob Dylan, si fece strada assumendo come manager Albert Grossman (Dan Fogler), una figura molto importante che tutelò gli interessi del cantautore fino agli anni ’70. Con l’uscita del terzo album The Freewheelin Bob Dylan nel 1963, l’artista si consacra definitivamente nel panorama della musica folk americana, diventando un idolo acclamato e invidiato da molti colleghi.

La narrazione di A complete unknown prosegue con l’artista intento a fare i conti sia con la gestione di una fama pesantissima, sia con le pressioni da parte dei potenti della casa discografica, i quali lo intimavano a non cambiare genere musicale per accontentare un pubblico ancora fedele alla tradizione folk (qui un approfondimento sulla soundtrack del film). Data la sua natura anticonformista, Bob Dylan non si piegò e realizzò Highway 61 Revisited che si rivelò un successo incredibile, posizionandosi in alto nelle classifiche e mettendosi quasi alla pari con gli idoli della musica rock di allora, i Rolling Stones e i Beatles.

Vivere “like a complete unknown, like a Rolling Stone”

timothée chalamet sul palco, interpretando il cantautore Bob Dylan nel film a complete unknown

A complete unknown è un biopic unico, nonostante la linea di regia piuttosto semplice. La narrazione scorre in maniera molto lineare, restando fedele alla realtà. Il cuore del film è la voglia di Bob Dylan di raccontare storie attraverso la sua musica. D’altronde, le canzoni appartenenti al genere folk sono note per parlare di denuncia sociale e di protesta.

Tuttavia, Dylan si è contraddistinto rispetto a colleghi come Joan Baez (Monica Barbaro, candidata agli Oscar come miglior attrice non protagonista), con la quale ebbe una relazione sentimentale. Infatti, il cantautore non era interessato a essere etichettato come autore di Blowin’ in the wind (un potente inno pacifista reinterpretato negli anni da molti artisti), né tantomeno voleva diventare l’idolo delle masse. Dylan voleva crescere musicalmente e proseguire il percorso, restando uno spirito libero.

In A complete unknown il regista ritrae l’artista egregiamente, fornendo una rappresentazione di un ragazzo dal carattere pacato e dalla personalità anticonformista, caratteristiche che hanno permesso a Dylan di sfidare le regole delle etichette discografiche e di vivere come un perfetto sconosciuto nonostante il paradosso della popolarità.

A complete unknown non manca di porre l’attenzione sulle vicende che hanno segnato il contesto sociale dell’epoca, le quali si riflettono sulla musica di Bob Dylan. Questo è un particolare molto interessante del film poiché consente allo spettatore di conoscere, seppur rimanendo in una dimensione romanzata, il processo creativo che ha contribuito alla nascita sia di Blowin’ in the wind, sia di altre importanti canzoni che hanno segnato la svolta musicale della carriera di Dylan.

A complete unknown riesce a trasmettere benissimo allo spettatore, specialmente al più giovane, l’immagine realistica di un artista che non si è mai piegato alle leggi dell’industria musicale e che ha sempre avuto la volontà di girare il mondo e realizzare delle canzoni capaci di riflettere non soltanto su certe tematiche, ma che appartenessero a tutti senza distinzioni. Una volta usciti dalla sala si avverte l’effetto di sapere tutto sul cantautore americano, pur avendo visto l’essenziale. Bob Dylan è entrato in punta di piedi nel panorama musicale come un perfetto sconosciuto ed è rimasto tale, realizzando nel tempo 55 album e una serie di successi.

Timothée Chalamet è già un vincitore annunciato?

Il successo della resa realistica di A complete unknown non è dovuto soltanto alla lucida capacità del regista, ma anche e soprattutto a Timothée Chalamet. Divenuto negli anni una figura di spicco dopo le grandiose interpretazioni Lady Bird, Call me by your name (con il quale fu candidato ai premi Oscar alla sola età di 22 anni), Beautiful Boy, The King, Bones and all, l’attore americano è riuscito magistralmente a calarsi nella parte di Bob Dylan, sorprendendo il pubblico con la sua capacità di interpretare le canzoni, cercando di emulare la voce di Bob Dylan facendo tanta pratica e vivendo nel quartiere di New York dove il cantautore ha vissuto.

Non sempre è facile interpretare un artista che ha segnato l’immaginario culturale della musica. Eppure, l’interpretazione di Chalamet in A complete unknown non è passata inosservata, poiché l’attore riesce a essere un individuo strano e ammaliante alla stessa maniera del cantautore.

Quest’anno a contendersi il premio come miglior attore protagonista vi sono altri nomi illustri, quali Adrien Brody -vincitore di recente del Golden Globe per l’interpretazione in The Brutalist – e Ralph Fiennes, protagonista nel film Conclave. Tuttavia, il giovane attore potrebbe vincere il premio per la prima volta, e chissà se diverrà lui stesso erede della sfacciataggine di Bob Dylan, quella che gli ha permesso di fare musica senza tradirsi mai.


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Classe 2000, vivo a Milazzo e sono dottore magistrale in Scienze dello spettacolo. Ambisco a diventare giornalista specializzato in critica cinematografica. Ho anche una vita sociale quando non sono immerso nella visione di qualche film e/o nella lettura di libri.

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