Libertà è un concetto per il quale l’umanità si è sempre battuta. Guerre, rivoluzioni, rivolte. La storia insegna che la libertà è un principio fondamentale per ogni essere umano. E questo lo sa benissimo Savino Carbone, regista d’esordio, il quale ha intitolato Libertà la sua ultima produzione.
Libertà è un cortometraggio prodotto dalla Cooperativa Quarantadue e Centro Documentazioni e Ricerca “Mobius”. Distribuito da Premiere Film, il documentario è stato girato prettamente nella città di Bari nel 2019. Il suo riconoscimento è stato tale da essere persino selezionato al Film Festival di Chennai, in India, e al Film Festival LGBT Boyohboy di Parigi.
«Libertà», trama
La storia di Libertà ruota attorno a due protagonisti, B. e Chizzy, due ragazzi che vivono nel capoluogo pugliese. La loro terra d’origine non è l’Italia, ma rispettivamente il Senegal e la Nigeria, e come tanti della loro generazione hanno lasciato il proprio Paese, il proprio villaggio e la propria famiglia. La loro fuga è segnata dalla rispettiva omosessualità, un’identità che, in Paesi con forti restrizioni legali e discriminatorie, diventa una colpa, quasi un vero e proprio macigno da portare al collo.
B. è un ragazzo che ha sempre amato la sua terra. In Senegal vendeva frutta e verdura al mercato. Il suo amore nei confronti di un ragazzo, Idrissa, viene narrato con estrema fragilità, tra sorrisi e imbarazzi come un innamorato è solito fare. Il loro amore, purtroppo, li ha portati alla fuga attraverso un viaggio molto tumultuoso: prima nel Mali e in Libia, dove sono stati imprigionati; infine, in Italia, dove Idrissa ha incontrato la morte, mentre B. la schiavitù come bracciante.
Chizzy, invece, spiega che vivere in Italia non è per niente facile, specie se sei nigeriana e omosessuale. La sua è un’esperienza difficile, che l’ha condotta a lasciare il suo amore e a trovare rifugio nel nostro Paese. Tuttavia, lotta per la ricerca disperata di mantenere il suo soggiorno, consapevole che la realtà non è per niente facile. Ciò che conta è essere forte, come le suggerisce la sua amica. Ma a volte non basta e anche Chizzy ne è consapevole.
Quanto costa la Libertà?
Savino Carbone cerca di dare voce a una filiera di tematiche, riconducibili ad aspetti del tutto attuali. E lo fa mediante le parole dei due protagonisti, i quali, davanti alla telecamera, coinvolgono volontariamente lo spettatore che si sente sempre più disarmato dalle rispettive testimonianze. Il loro è un racconto che si dispiega senza troppi giri di parole, giungendo, infine, al cuore della questione: la libertà ha un prezzo da pagare.
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Essere omosessuali rischia di essere una condanna, per motivi tanto futili quanto dettati da concezioni e idee sempre più reazionarie. La forza di Libertà sta proprio in questo: mostrare una realtà dura, complessa, difficile di due ragazzi che vogliono solamente essere liberi di amare chi vogliono. Senza essere discriminati, senza essere marginati dalla società, ma soprattutto senza la paura che li pervade constantemente.
È significativo vedere come Chizzy, ad esempio, lamenta delle domande indiscrete che le vengono poste sulla sua intimità. O come B. è costretto a nascondere l’intero volto solo perché si vergogna di quello che è realmente. Di contro, Libertà mostra quell’Italia fanatica che accorre per udire le parole del solito politico strillone, il quale urla alla folla parole intrise di rabbia, odio e sentimenti di repulsione verso tutto ciò che etichetta come “diverso”.
Tra sfruttamento e bracciantato
Libertà è un’opera senza peli sulla lingua. L’aspetto dell’omosessualità fa da sfondo a ulteriori tematiche che, quasi sempre, rischiano di restare sottaciute. Tra queste vediamo come la dinamica dello sfruttamento ritorna sotto altre voci: prostituzione e bracciantato. Queste sono due piaghe che affliggono continuamente migliaia di stranieri che giungono in Italia per vivere in maniera dignitosa.
Chizzy, a conclusione del cortometraggio, si chiede quale sia il suo posto del mondo, per cosa stia realmente combattendo e vivendo. Ma soprattutto si domanda come potrà, in futuro, reperire dei soldi con il solo scopo di vivere. Purtroppo le rispose che si dà sono due: sposare un uomo anziano e ricco oppure prostituirsi.
B., invece, richiama all’attenzione la problematica del caporalato. Egli è un bracciante al quale è stato proposto di lavorare nella campagne foggiane. Il suo scopo sarà quello di raccogliere pomodori, con la promessa di avere una paga ben retribuita. Ma, come molto spesso accade, queste promesse sono bugie che velano una vita ridotta in catene.
Libertà di Savino Carbone è un’opera che merita di essere vista. Il regista fa breccia nel nostro intimo, ricordandoci come siamo comuni esseri umani spinti dal desiderio e dalla voglia di vivere e amare. Un vero e proprio inno alla parola con cui intitola la sua opera.
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