Rispetto alle annate precedenti il 2022 vanta una presenza consolidata di contenuti sudcoreani in qualsiasi watchlist; sostanziale per gli ammiratori di lunga data e gli appassionati, più piccola ma presente per i curiosi neofiti. Merito probabilmente del fenomeno Squid Game, che per molti ha rappresentato la rivelazione di tutto un mondo, tanto vasto quanto complesso e affascinante.
A ridosso della fine di questo anno variopinto passiamo in rassegna i 10 migliori titoli, tra film e Serie TV, distribuiti nel 2022 dalla Corea del Sud, sperando di stimolare i fan al rewatch e alla prima visione chi se li fosse persi.
Le Buone Stelle-Broker, film
Il regista giapponese Hirokazu Kore’eda racconta di abbandono, di pentimento e seconde chance, servendosi di una IU e di un Song Kang-ho in splendida forma. Il suo Broker è il ritratto di una famiglia nata per caso, i cui membri sentono gravare sulle spalle il peso di un passato oscuro e di molti segreti, unita dalla circostanza e dal bisogno di contatto umano; uno pseudo percorso di redenzione tentennante nei passi e dall’obbiettivo incerto, accompagnato da molti dubbi e da un forte senso di gratitudine. Un film silenzioso ma struggente, che vale la pena gustarsi al buio e in solitudine.
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Pachinko, Serie TV
È ispirato all’omonimo romanzo di Min Jin Lee il period drama (quasi tutto coreano, ma americano di produzione) che pone quattro generazioni a confronto sullo sfondo di Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud. Servendosi di una narrazione su più piani temporali, Pachinko racconta i legami di sangue che condizionano nel bene o nel male il nostro vivere.
Con la stessa intensità Pachinko racconta la Storia, quella storia che può non far parte del vissuto ma che pesa, e per quanto silenziosa non manca di farsi sentire. Immensa Youn Yuh-jung e un Lee Min-ho che ancora ha da dire in un’opera drammatica sul senso di appartenenza e sulle ferite inferte che impiegano molto, troppo, a guarire.
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Nido di Vipere, film
Una borsa piena di soldi comparsa dal nulla nella vita di persone che, di soldi, hanno proprio bisogno; un intreccio frenetico di esistenze precarie e difficoltose, una realtà oscura dove il sole non batte. Protagonisti puniti dalla vita per qualche peccato commesso in precedenza o semplicemente baciati dalla disgrazia, tutti in cerca di una scorciatoia da imboccare alla svelta per uscire da un soffocante, insopportabile status quo; il disperato tentativo di sbarcare il lunario che dissemina vittime e non ha vincitori perché la vita, si sa, fa sconti solo a chi dice lei e quando le va. Nido di Vipere è un film che pare quasi scritto dai Coen e supervisionato da Quentin Tarantino, ma intriso da cima a fondo di Corea del Sud.
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Alchemy of Souls–Parte 1, K-drama
Un regno fittizio intriso di magia, un’antica lotta tra famiglie per il potere, pratiche proibite, intrighi e segreti, storie d’amore, dulcis in fundo dei giovani maghi armati di spada; sono questi gli ingredienti di Alchemy of Souls-Parte 1, gestiti non perfettamente ma in modo ammirevole, calati in un contesto idillico forte del fascino del passato. Il prodotto perfetto per chi ama il genere e ha pazienza: intrattenimento certo, adrenalina assicurata, e una seconda stagione (se così la si può chiamare) in arrivo dal prossimo gennaio su Netflix. Per quest’ultima, forse, aspettative un po’ troppo alte che si spera saranno soddisfatte a dovere.
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Our Blues – Vite Intrecciate, K-drama
L’isola di Jeju fa da palcoscenico a questo K-drama corale trasudante di dolcezza, che incoraggia lo spettatore a vivere la vita lasciandosi trasportare dall’amore in ogni sua forma e con tutta la veemenza di cui è capace. Our Blues è un ritratto semplice e veritiero della vita, depurato da fronzoli e inutili sovrastrutture, e reso al meglio su schermo grazie ad un cast stellare; vite intrecciate (per l’appunto) dalla circostanza e dal destino, osservate una per una con una lente di ingrandimento, accompagnate dai richiami degli ambulanti, dal chiasso del porto al mattino e delle onde del mare.
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The Policeman Lineage, film
Diretta da Lee Kyu-man e da lui stesso presentato al Florence Korea Film Festival (Qui la nostra intervista), The Policeman Lineage è un film crudelmente realistico, che rivela la fragilità di ideali e principi morali, gli stessi secondo cui l’uomo cosiddetto virtuoso si vanta di agire. Presentando i due protagonisti come antitetici, The Policeman Lineage esalta l’aspetto conflittuale del loro rapporto attribuendolo alla naturale ambiguità dell’animo umano, in un contesto di violenza e ingiustizia in cui nessuno ha veramente torto o ragione e in cui bene e male coesistono senza mai prevaricare del tutto sull’altro. Un thriller senza esclusione di colpi che lascia molti dubbi e domande a chi lo guarda.
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Avvocata Woo, K-drama
In Avvocata Woo, disponibile su Netflix, un’avvocata geniale affetta da disturbo dello spettro autistico è protagonista di un legal drama ottimista e quieto. Ogni episodio è una battaglia contro pietismo e pregiudizi, combattuta sia in tribunale che al di fuori. Una storia che eleva l’empatia a nuovo Vangelo, forse a tratti più vicina alla fiaba che al mondo reale, ma che a principi e principesse non accenna neanche per caso: Avvocata Woo è una di quelle fiabe che si realizzano per davvero, di certo non così spesso né per intero, ma di cui le persone vogliono costantemente sentir parlare.
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Hommage, film
Si tratta del film uscito trionfante (meritatamente) dal Florence Korea Film Festival, presentato in anteprima mondiale proprio a Firenze. Hommage è una pellicola solo parzialmente autobiografica che punta il dito contro la crudeltà dell’industria del cinema, una caratteristica recondita e poco nota e al contempo spaventosamente determinante; ma la regista Shin Su-won vede una luce in fondo al tunnel. La sua è una passionale dichiarazione d’amore per l’arte cinematografica in sé che anno dopo anno, e nonostante tutto, vive e respira. Con Hommage, l’invito è proprio di contribuire a mantenerla viva, preferendo la qualità a insignificanti blockbuster.
Tomorrow, K-drama
Ecco un K-drama a sfondo sociale che non poteva di certo essere escluso da questa lista. Protagonista una squadra di angeli della morte incaricata di prevenire i suicidi, chiunque sia la vittima e qualunque sia la motivazione; distributori di speranza, in poche parole, distruttori di quel convinto menefreghismo che caratterizza chi non è mai entrato a contatto con certe realtà. Tomorrow è una spinta a prendere consapevolezza, una secchiata di acqua fredda mentre stiamo dormendo; l’augurio è che, dopo averlo guardato, lo spettatore inizi a porsi qualche domanda in più, nel remoto caso in cui Squid Game non avesse fatto aprire abbastanza gli occhi.
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Piccole Donne, K-drama
Il titolo non deve trarci in inganno perché dal classico intramontabile di Louisa May Alcott questo K-drama prende in prestito solo i punti salienti, cioè le peculiarità caratteriali dei personaggi e l’essenza di alcuni rapporti che mettono in moto l’intera storia. Per il resto la versione sudcoreana di Piccole Donne prende la decisione di distaccarsi completamente, rispettando la sacralità dell’originale e distinguendosi (perlomeno, in quanto a creatività) dai remake a cui siamo ormai abituati. Il risultato è un thriller dai tratti familiari ma originale, non privo di difetti, ma adattato adeguatamente e con furbizia ai tempi correnti.
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