Dracula di Bram Stoker

Brividi d’autore, Dracula di Bram Stoker

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Ottobre: le giornate si accorciano, il sole cala e spuntano le zucche. Si sa, è il mese dell’orrore per antonomasia: in occasione, anche, dell’uscita del Dracula di Luc Besson e del Frankenstein di Guillermo Del Toro, vi abbiamo accompagnato verso Halloween riscoprendo i capostipiti del genere, i mostri classici della Universal, ossia Dracula (1931), Frankenstein (1931), La Mummia (1932) e L’Uomo Lupo (1941).

Per concludere questa rassegna spooky, facciamo un balzo avanti di sessant’anni fino al 1992, per raccontare di come Francis Ford Coppola reinventò, sul volto camaleontico di Gary Oldman, l’immagine del vampiro più famoso della storia: Dracula di Bram Stoker.

Dracula di Bram Stoker: Gary Oldman mostro e antieroe

Dracula di Bram Stoker: Gary Oldman

Nel 1992, Dracula aveva già avuto svariate incarnazioni sullo schermo, compresi due giganti come Bela Lugosi e Christopher Lee, che per molti rappresentano il Vampiro per antonomasia, passando per le due varianti di Nosferatu con Max Schreck prima e Klaus Kinski poi. In quasi un secolo dall’uscita del libro di Stoker, la rappresentazione del conte Vlad si evolse gradualmente, e con essa la componente sentimentale e il rapporto tra Dracula e le figure femminili: se nel romanzo di Stoker queste dinamiche erano assenti, negli anni il Conte si trasformò in una figura legata a doppio filo all’aspetto sensuale (sessuale) e seduttivo.

Con Dracula di Bram Stoker, Coppola finalizzò al massimo queste visioni, portando in scena un vampiro che possiamo considerare alla stregua di un antieroe tormentato dall’amore. Ecco quindi che il demone maledetto dei Nosferatu ed il predatore aristocratico dei Dracula divenne un eroico cavaliere romeno che nel 1492 difende la Chiesa di Costantinopoli dall’avanzata dei Turchi, e che da quello stesso Dio viene maledetto nel momento in cui ripudia veementemente la Chiesa, conficcando la spada nella croce alla morte della sua amata Elisabetta. L’amore diventa il principale motore della creatura dannata nel momento in cui scopre che Mina Murray (Winona Ryder) promessa sposa dell’agente immobiliare Jonathan Harker (Keanu Reeves), non è altri che la reincarnazione di Elisabetta stessa.

Per il ruolo di Dracula, Coppola aveva una lunga lista di possibilità che comprendeva, tra gli altri, Daniel Day-Lewis, Alan Rickman e Hugh Grant. Pochi, però, avrebbero potuto impadronirsi del ruolo come fatto da un monumentale Gary Oldman. Il suo Conte si presenta come mostruoso e antico, in Transilvania: un demone famelico che appare e scompare, che si ciba di Jonathan durante le lunghe notti e che striscia lungo i muri come un serpente. All’arrivo in Inghilterra, si trasforma in un regale e carismatico nobiluomo tormentato dall’amore, che ha una connessione inscalfibile con Mina, la quale ne verrà sempre più sopraffatta.

Dracula di Bram Stoker: Gary Oldman

Il suo Dracula ha un fascino irresistibile ed una fortissima carica erotica e lussuriosa, che si completa con una dimensione romantica mai stucchevole, bensì potente e travolgente al punto da tifare più per il Conte e Mina: la loro chimica è ben più convincente di quella con Jonathan, ruolo del quale lo stesso Reeves si dichiarò pentito e che risulta tra i punti meno riusciti del film.

Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti.

Le atmosfere uniche di Dracula di Bram Stoker

Questo non significa che il Conte diventi una figura positiva. L’aspetto più riuscito di Dracula di Bram Stoker è il coniugare alla perfezione il lato romantico-melodrammatico con quello orrorifico e mostruoso. Dracula qui è sì un antieroe tragico, ma senza tralasciare la sua dimensione bestiale: il vampiro è un vero predatore, famelico e sanguinoso, che attingendo a piene mani dal folklore europeo si trasforma in lupi, topi e un enorme, ripugnante pipistrello, oltre ad avere potere sugli agenti atmosferici.

Dracula di Bram Stoker

Proprio durante una tempesta da lui scatenata avviene una delle scene più suggestive, l’unione carnale tra Dracula sottoforma di uomo lupo e la giovane Lucy, da lui soggiogata e che diventa a sua volta vampiro. Coppola rende centrale il lato più fisico e seduttivo dando vita a scene tanto memorabili quanto inquietanti, come la comparsa delle tre magnetiche e affamate mogli di Dracula (tra cui Monica Bellucci), che dissanguano Jonathan prima di cibarsi di un neonato portato loro dal Conte.

Tutto l’apparato visivo di Dracula di Bram Stoker è unico ed inconfondibile, grazie alla quasi totalità di effetti speciali pratici: il make-up del Conte nelle sua varie trasformazioni, le transizioni nelle scene di viaggio, la fotografia calda di Michael Ballhaus, che vede la predominanza del rosso, colore del sangue e dell’amore che dà al film una vitalità unica, vibrante e tangibile, oltre ai magnifici costumi di Eiko Ishioka (per i quali si aggiudicò l’Oscar, oltre a quelli per miglior trucco e montaggio sonoro).

Coppola non lesinò inoltre su una convinta parte action, in cui un divertito Anthony Hopkins nei panni di Van Helsing comanda il gruppo di avventurieri alla caccia del vampiro fino in Valacchia, scontrandosi con i suoi servi zingari. Tutto ciò avviene sulle note della potente colonna sonora del compositore polacco Wojciech Kilar, che alterna brani struggenti dedicati al Conte e Mina (il tema centrale Love Remembered) ad altri più incalzanti e ritmati.

Una visione (all’epoca) totalmente inedita del vampiro

Dracula di Bram Stoker: le mogli di Dracula

Oggi siamo abituati a considerare i vampiri come creature sensuali e legate al romanticismo: pensiamo a Intervista col Vampiro, Twilight, True Blood. Fu Francis Ford Coppola a reinventare per primo la leggenda, dando vita ad un predatore della notte mostruoso, affamato, ma al contempo innamorato, tragico e maledetto. Se con gli anni l’ago della bilancia forse è andato a pendere un po’ troppo verso quest’ultima componente (mentre con Nosferatu di Eggers si è tornati ad una versione più animalesca e possessiva), Dracula di Bram Stoker ha fatto scuola nella rappresentazione a 360° del vampiro per come lo conosciamo oggi, mantenendo, ad esclusione del lato romantico, una quasi totale fedeltà al romanzo originale.

Dracula di Bram Stoker può non piacere: è barocco, sopra le righe, grafico nella violenza e nella sessualità. È però al contempo totalmente innovativo ed affascinante per messa in scena, atmosfera, potenza della storia d’amore e per la capacità di riscrivere un mito che ancora oggi continua a richiamare a sé autori e cineasti, creando un classico gotico senza tempo.


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Classe 2000, marchigiano ma studio Comunicazione all'Università di Padova. Mi piacciono la pallacanestro, i cani e tanto tanto cinema. Oh, e casomai non ci rivedessimo, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!

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