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Tre parole che sono già una dichiarazione d’intenti di James Gunn: il suo nuovissimo Superman, con il volto pulito e sorridente di David Corenswet (Pearl, Twisters), si erge a simbolo positivo di speranza e salvezza, per l’umanità del film da un lato e per la DC Comics al cinema, dall’altro. Inizia infatti ufficialmente sul grande schermo il nuovo DC Universe, con al timone proprio l’uomo che ha reso celebri i Guardiani della Galassia e che cala subito il suo migliore asso per una partenza col botto.
Dal 9 luglio, solo al cinema!
Tanto la storia di Superman si sa
Superman non è una origin story: come ha fatto Matt Reeves qualche anno fa con The Batman, anche James Gunn dà ormai per assodata la conoscenza delle origini del suo eroe ed inizia la sua storia nel primo vero momento di crisi dell’Uomo d’Acciaio.
Superman è infatti in attività da tre anni – in un mondo abituato ai metaumani, comparsi tre decenni prima – e, dopo essere intervenuto per fermare l’invasione della Boravia ai danni del Jahranpur, si ritrova al centro di un ciclone mediatico volto a screditarlo, orchestrato dal magnate Lex Luthor (Nicholas Hoult). Parallelamente, il suo alter ego umano Clark Kent si dimena tra il lavoro da giornalista al Daily Planet e la neonata relazione con la collega Lois Lane (Rachel Broshanan), determinata a scoprire la verità sul complotto.
Il non doversi dilungare nel racconto delle origini permette a Superman di iniziare subito a mille, nel vivo dell’azione e spiegando solo il necessario, ma non per questo tralasciando il suo vero cuore: i suoi protagonisti.
David Corenswet ha il mantello cucito addosso
La notizia che Henry Cavill non sarebbe stato Superman nel reboot dell’universo DC aveva scatenato feroci polemiche: pur nel naufragio totale che è stato il vecchio DC Extended Universe, Cavill era considerato il perfetto volto per Kal-El. Ebbene, David Corenswet sembra nato con il mantello cucito addosso.
James Gunn corregge tutto ciò per cui il vecchio Uomo d’Acciaio era stato aspramente criticato: Corenswet è perfetto nel portare in scena quello che non è più un dio corrucciato e tormentato, ma prima di tutto e soprattutto umano. Un umano dalla fede incrollabile nel Bene e nel fare la cosa giusta indipendentemente dalle conseguenze: Superman è giovane ed ingenuo, capace di vedere del buono in chiunque e di intromettersi in delicati equilibri geopolitici se significa salvare una vita in più, aiutato dal suo irresistibile e incontenibile cane Krypto.
Allo stesso tempo, infatti, Gunn eredita la difficoltà che fu anche di Zack Snyder, cioè come rendere interessante un personaggio virtualmente invincibile?. Se, però, nei film con Cavill il personaggio soccombeva sotto un’ombra eccessivamente dark e lontana dai suoi classici, il Superman di Corenswet affronta il dilemma uomo-alieno con forza di volontà e tenacia: ci sono grandi echi degli Spider-Man di Raimi nel tema supereroe con superproblemi.
Il suo Clark Kent è timido e impacciato, trasformandosi sia a livello di postura che di timbro vocale.
Il rapporto con Lois Lane è tra gli aspetti più riusciti del film: Rachel Broshanan incarna alla perfezione una giornalista combattiva e volenterosa, che mette alla prova sia Clark che Superman, non più damsel in distress ma parte attiva nell’azione e nella ricerca della verità.
Lex Luthor e Superman, la storia infinita
Ogni eroe merita un antagonista di pari peso. Lex Luthor, la nemesi per eccellenza di Superman, è stato interpretato negli anni da nomi importanti come Gene Hackman e Kevin Spacey (stendiamo un velo pietoso sulla versione di Jesse Eisenberg): Nicholas Hoult però ha le spalle larghe ed aggiunge un altro grande ruolo ad una carriera in rapidissima ascesa, dagli X-Men a Nosferatu, passando per Mad Max: Fury Road e Giurato Numero 2.
Il suo Lex Luthor è tanto machiavellico quanto furioso e invidioso di tutto ciò che Superman rappresenta. Le sue motivazioni sono credibili e rappresenta una concreta minaccia per l’Uomo d’Acciaio, non propriamente fisica ma direttamente al cuore, grazie alle sue macchinazioni. Luthor diventa un’allegoria della xenofobia e della paura del diverso – quantomai attuale negli Stati Uniti di oggi – oltre ad una satira sul potere dei media e dei social nel mondo moderno, capaci di distorcere la realtà e plasmare l’opinione pubblica a piacimento (la scena delle scimmie…).
Superman equivale a Speranza, tra attualità e finzione
Con Superman, Gunn sferra anche una stoccata ad Israele e all’invasione della Palestina, alla quale non si può non pensare attraverso il conflitto tra Boravia e Jahranpur (oltre al dittatore della Boravia, che ricorda un certo premier israeliano): un messaggio non scontato, se si considera che proviene da major americane pesanti come DC Studios e Warner Bros.
Viviamo in una fase di grande fatica dei cinecomic, ed in particolare della figura del superuomo, decostruita (o almeno negli intenti) da Zack Snyder prima e di recente da personaggi come Patriota (The Boys) e Omni-Man (Invincible). Come fece vent’anni fa Christopher Nolan con Batman Begins, James Gunn prende per mano un supereroe in difficoltà sul grande schermo e lo rimette in piedi ritrasformandolo nel simbolo di speranza per eccellenza, in grado di scaldare i cuori di fan e spettatori.
Guardando Superman, si ha la piacevole sensazione di vedere davvero un fumetto su schermo, con tutta la potenza espressiva, il colore e le ingenuità che caratterizzavano i primi film di supereroi, senza nessuna pretesa di realismo.
In un’epoca di antieroi e protagonisti moralmente grigi, Superman si erge nuovamente come espressione luminosa del potere del Bene, diffondendo positività e gentilezza anche fuori dallo schermo, in un periodo storico in cui tutti, chi più chi meno, ne abbiamo bisogno. Tutto ciò non può avvenire senza una colonna sonora all’altezza: John Murphy sceglie di omaggiare le leggendarie musiche di John Williams nei film con Christopher Reeve, rielaborando in maniera eccezionale e non banale il tema del 1978, che ritorna con arrangiamenti e potenza spettacolare.
Superman non è certo esente da difetti: pur essendo una pellicola divertente, avrebbe beneficiato di un paio di momenti comici in meno (qualche scivolone alla Guardiani della Galassia wannabe) e di snellire lievemente il parco personaggi sovraffollato, in cui per esempio i genitori Kent, la Lanterna Verde di Nathan Fillion e la Hawkgirl di Isabela Merced restano più in disparte, mentre spicca il Mr Terrific di Edi Cathegi. Tutto ciò non inficia più di tanto, tuttavia, il risultato finale.
Il nuovo DC Universe debutta quindi al cinema con grande veemenza grazie al suo volto di punta. Ora si aspetta la risposta della rivale Marvel, il 23 luglio con I Fantastici 4 – Gli inizi: staremo a vedere se sarà la riproposizione di una nuova-vecchia sfida, o se sarà arrivato il momento di un cambio al vertice nel campionato dei cinecomic.
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